La Piccola Casa è un luogo di Carità, una Carità che passa attraverso le sofferenze vissute con generosità, serenità, donazione di sé da parte di tanti Ospiti e persone fragili, che in essa hanno trovato un ambiente accogliente e di vita familiare.
La Piccola Casa della Divina Provvidenza svolge delle attività di missione (di accoglienza e assistenza, servizi sanitari e educativi e di formazione) e delle attività strumentali e funzionali al perseguimento ed alla continuità della missione (ovvero le attività finalizzate alla gestione del patrimonio per la continuità e la diffusione della missione).
Gli ambiti delle attività di missione trovano spiegazione nella volontà della Piccola Casa di prendersi cura della persona in tutte le sue esigenze e nelle diverse fasi della vita (dalla nascita, infanzia, adolescenza, sino all’età adulta e alla senilità), aiutandola a vivere il meglio di sé in ogni situazione, specie quelle di fragilità e malattia.
La Piccola Casa predilige le persone con disabilità, specie mentali, perché sono tra le persone più indifese e meno considerate dalla collettività, ma ama e promuove anche la vita delle persone anziane che nell’attuale contesto sociale necessitano di particolare aiuto, specie quando la loro vecchiaia è legata a diversi tipi di malattia.
Particolare attenzione è rivolta inoltre alle persone più fragili, indigenti e sole, che vengono accolte nella Piccola Casa nelle diverse fasi della loro vita, secondo lo storico spirito del Fondatore, che ha dato avvio all’Opera proprio per offrire un aiuto a chi non trova altre risposte.
Queste persone sono definite “Ospiti storici” del Cottolengo e possono essere:
- persone bisognose accolte dalla Piccola Casa in giovane età o in età adulta, che normalmente non hanno familiari di riferimento o provengono da famiglie disagiate che non possono prendersene cura, e allo stesso tempo non trovano risposta dagli Enti pubblici;
- persone ricoverate di recente con retta agevolata, perché non trovano risposta dall’Ente pubblico.