Giubileo in Kenya con i Superiori Maggiori
Tutta la Piccola Casa presente nel mondo è in festa per i 50 anni dal ritorno della Famiglia Cottolenghina in Africa, a partire dall’11 marzo 1972.
«Alla luce del Caritas Christi urget nos! Un cammino di gratitudine e profezia» è il tema delle celebrazioni che si sono tenute in Kenya dall’11 al 15 marzo 2022 alla presenza dei Superiori Maggiori della Famiglia Cottolenghina, Padre Carmine Arice, Madre Elda Pezzuto e Fratel Giuseppe Visconti.
Il Giubileo, dopo l’arrivo venerdì 11 marzo dei religiosi cottolenghini presso la missione di Tuuru (diocesi di Meru), si è aperto sabato 12 marzo con la Messa di ringraziamento presieduta da Mons. Salesius Mugambi, Vescovo di Meru. Dopo la celebrazione è stata benedetta l’icona della reliquia di san Giuseppe Benedetto Cottolengo. È stata poi inaugurata una mostra fotografica sulla storia della presenza cottolenghina in Africa.
Alcune immagini delle celebrazione:
Domenica 13 marzo si è tenuta la Messa con la comunità parrocchiale di Tuthu, una delle missioni dove ha vissuto la Venerabile suor Maria Carola Cecchin (1877-1925), che sarà proclamata beata il prossimo 5 novembre a Meru in Kenya.
Lunedì 14 marzo ha avuto luogo un Convegno con la presentazione delle realtà cottolenghine in Africa e gli interventi dei Superiori Maggiori.
Alcune immagini del Convegno:
Martedì 15 marzo Padre Carmine Arice ha presieduto la Messa nella parrocchia di Tigania, ultima missione di suor Maria Carola Cecchin e ha avviato il pellegrinaggio dell’icona e della reliquia del Santo Cottolengo fra le missioni cottolenghine dell’Africa.
Di seguito alcune immagini della visita dei Superiori Maggiori a Kiumbi, prima di arrivare a Tuuru:
L’avventura della Famiglia Cottolenghina in Africa
La Piccola Casa con il Giubileo celebra il ricordo e la continuità di un’avventura iniziata nel 1903, interrotta ventidue anni dopo, e ripresa a partire dall’11 marzo 1972.
Il primo gruppo di otto suore, volute dai Padri della Consolata, partì dal porto di Trieste il 25 aprile 1903. L’azione evangelizzatrice dei missionari, giunti in Africa un anno prima, esigeva la collaborazione di donne che accompagnassero l’annuncio del Vangelo con i gesti di carità quali curare gli ammalati, medicare le piaghe, accogliere i bambini. L’impatto con l’Africa fu per loro durissimo per la malaria, la tubercolosi, la nostalgia e il confronto con una realtà inedita per le suore abituate a clima, attività e vita stessa diversissima. Un inizio duro che non arrestò il corso di quella storia di fede e di carità profondamente vissute.
Al primo gruppo di sorelle ne seguirono altri: la Piccola Casa inviò in totale 44 suore in Kenya. Vi rimasero per 23 anni finché il Canonico Allamano, fondatore delle Missioni, diede inizio alla Congregazione Missionarie della Consolata.
La prima esperienza delle Cottolenghine in Africa si conclude con il ritorno progressivo delle suore, ultime delle quali Suor Crescentina e Suor Maria Carola Cecchin che sarà proclamata beata il prossimo 5 novembre a Meru in Kenya. Muore durante il viaggio in mare di ritorno in Italia e viene sepolta nel Mar Rosso. Suor Maria Carola chiude la lunga pausa africana, ma non del tutto: uno spiraglio rimane aperto e indica la strada del ritorno che avviene 47 anni dopo, a partire dall’11 marzo 1972.
Per le nuove generazioni cottolenghine l’Africa era un richiamo forte, suor Maria Carola e la sua «bona mort» lanciavano echi continui che furono ascoltati.
Mediatore tra l’Africa e la Piccola Casa è Padre Francesco Soldati, missionario della Consolata, chiamato dai locali Mwereria, cioè colui che camminando fa del bene a tutti. Padre Soldati batte alle porte della Piccola Casa e ottiene che l’allora Padre generale Luigi Borsarelli e la Madre generale Bianca Crivelli vadano in Africa per vedere la realtà. Sono i bambini con disabilità a toccare il loro cuore insieme al ricordo di sacerdoti e suore Consolatine anziane, memori delle Cottolenghine della prima ora. Le suore Cottolenghine tornano dunque in Africa. Alla chiamata della Madre risponde un buon numero di suore; ne vengono scelte cinque dal profilo professionale adatto al bisogno: infermiere, educatrici, fisioterapiste.
Dopo alcuni anni, il 14 luglio 1979 partono da Torino due sorelle della Famiglia di Vita Contemplativa: a Tuuru costituiscono l’inizio del nuovo Monastero dedicato a «Gesù Sacerdote». I sacerdoti cottolenghini ne accompagnano la vita, la liturgia, i sacramenti e l’ascolto della Parola. Dopo un’intensa collaborazione con le Suore, i Fratelli cottolenghini iniziano in autonomia un’attività caritativa a Chaaria.
L’attività delle Suore iniziata a Tuuru, considerata la Casa Madre delle cottolenghine in Africa, piano piano si arricchisce di vocazioni locali e dal primo nucleo si espande in Kenya e poi in Tanzania e in Etiopia.
Di seguito alcune immagini delle prime 5 sorelle cottolenghine in Kenya nel 1972:
«La prima volta (1903) le Vincenzine sono andate in Africa in aiuto ai Missionari della Consolata su loro richiesta», sottolinea Padre Carmine Arice, «mentre la seconda volta (nel 1972), 50 anni fa, la decisione di partire per le terre africane fu presa dalla Piccola Casa stessa sulla scia del movimento postconciliare che portò le famiglie religiose ad un nuovo slancio missionario verso le terre di prima evangelizzazione. Per questo, tale decisone ha visto partire tutte e tre le Famiglie di Vita Consacrata Cottolenghine, se pur in tempi diversi, con una decisione condivisa, fino a coronare e rendere completa la nostra presenza nella diocesi di Meru con la fondazione di un nuovo monastero di vita contemplativa. Oggi i religiosi e le religiose cottolenghine con numerosi operatori e volontari laici là presenti, sulle orme di san Giuseppe Benedetto Cottolengo e come generosi testimoni della carità di Cristo, continuano ad operare nel servizio ai poveri, alle persone con disabilità, ai piccoli, agli allievi nelle scuole, nei dispensari, nelle parrocchie e negli ospedali».
Deo gratias!