Nell’80° anniversario della morte la peregrinazione dell’urna
Nell’80° anniversario della morte l’urna con le spoglie del beato Francesco Paleari, sacerdote cottolenghino, venerdì 13 settembre ha compiuto una peregrinazione dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino a Pogliano Milanese, città natale. Il corpo del beato è rimasto esposto alla venerazione dei fedeli presso la chiesa parrocchiale del Comune lombardo fino al 18 settembre.
Il “Beato è qui” è stato il titolo del ricco programma di appuntamenti che ha coivolto non solo i parrocchiani di Pogliano ma anche numerosi gruppi di Pellegrini provenienti da varie zone del decanato.
Oggi, 19 settembre alle ore 18.00 l’urna del beato ha fatto ritorno alla Piccola casa di Torino atteso da numerose religiose, religiosi e sacerdoti radunati in preghiera.
Domenica 15 settembre il padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza don Carmine Arice ha presieduto la Messa solenne con l’urna del sacerdote cottolenghino nella festa della Comunità pastorale «Beato Francesco Paleari». Nell’omelia padre Arice ha sottolineato “la profezia del Paleari”: “Don Francesco”, ha detto, “ha saputo essere straordinario nell’ordinario. Sarebbe difficile oggi girare un film sulla vita del beato Paleari in quanto la sua esistenza non è caratterizzata da episodi eccezionali. Eppure ha saputo farsi santo nel vivere il suo ministero di sacerdote, in particolare nella pastorale dell’ascolto alla Piccola Casa, in Seminario, nei suoi numerosi serivizi nella Diocesi di Torino, sopratutto come vicario episcopale per la vita consacrata”.
Il Paleari fu predicatore di Esercizi spirituali al clero, ai religiosi, religiose e fedeli di ogni condizione sociale fuori e dentro la Piccola Casa. Fu anche uomo dal cuore grande come hanno raccontato e scritto numerosi testimoni. Quanti l’avvicinavano non finivano di stupirsi della mole incredibile di lavoro, che con una calma veramente inalterabile riusciva a smaltire. Accettava incarichi, lavori ingrati, impegni straordinari, a volte pesi eccessivi per le sue spalle e tutto con la semplicità di un «servizio dovuto».
Proprio la lingua e il cuore del beato sono rimasti incorrotti, “a testimoniare”, ha sottolineato il padre generale, “la sua parola testimone di fede e il cuore di grande bontà verso tutti”. “Ora”, ha concluso padre Arice, “continuiamo a pregare e attendere insieme la canonizzazione”.
Di seguito pubblichiamo le immagini della peregrinazione dell’urna del beato Francesco Paleari dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino a Pogliano Milanese e le diverse celebrazioni nel Comune lombardo.
Il programma
Venerdì 13 settembre alle 12 l’urna del beato Paleari ha lasciato la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino alla volta di Pogliano Milanese.
Sabato 14 settembre, dopo una breve sosta presso la chiesa di Santa Rita in località Bettolino, alle 16 l’urna sarà accolta sul sagrato del santuario Madonna dell’Aiuto a Pogliano Milanese dove il beato fu battezzato e dove celebrò la sua prima Messa. Seguirà poi il corteo verso la chiesa parrocchiale che passerà per la casa nativa in via Mons. Paleari. Alle 17.30 si celebrerà la Messa con le spoglie del beato e alle 21 è in programma una veglia di preghiera per i ragazzi e i giovani che rimarranno a dormire in tenda nel cortile dell’oratorio San Luigi per la notte «Beati sotto le stelle».
Domenica 15 settembre alle 10.30 il padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza don Carmine Arice presiederà la Messa solenne nella festa della Comunità pastorale «Beato Francesco Paleari». Alle 18 saranno celebrati i Vespri solenni. Alle 19.30 presso l’oratorio San Luigi avrà luogo una cena comunitaria aperta a tutti a cui alle 21 seguirà lo spettacolo musicale «Benedetti, beati» a cura di don Stefano Colombo e la sua band.
Lunedì 16 settembre si terranno alle 8 la Messa, alle 16 un momento di preghiera per gli ammalati, alle 18 il Rosario meditato e alle 21 una Veglia di preghiera per gli adolescenti del Decanato Villoresi presieduta da mons. Ennio Apeciti, responsabile delle Cause dei Santi per la Diocesi di Milano.
Martedì 17 settembre avranno luogo alle 8 la Messa, alle 10 la preghiera dell’Ora Media con i preti del Decanato Villoresi, alle 17 un momento di preghiera per i bambini e i ragazzi delle elementari e delle medie. Alle 21 l’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini presiederà la Messa solenne.
Mercoledì 18 settembre, memoria liturgia del beato Paleari, alle 8 verrà celebrata la Messa e alle 14.30 si terrà una preghiera animata dal gruppo «beato don Franceschino». Alle 18.30 il vicario episcopale di zona mons. Luca Raimondi presiederà la Messa conclusiva della peregrinazione con i preti nativi e quelli che hanno esercitato il ministero nella comunità pastorale a cui alle 20 seguirà la cena comunitaria presso l’oratorio San Luigi.
Don Paleari, «il primo sacerdote cottolenghino beato»
Don Francesco Paleari nacque a Pogliano Milanese il 22 ottobre 1863. Il 6 gennaio 1877 venne accolto nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino da padre Luigi Anglesio, primo successore del santo Cottolengo.
L’8 gennaio 1877 entrò nel Seminario della Piccola Casa di Torino che, posto sotto la protezione di san Tommaso d’Aquino (veniva chiamato «Famiglia dei Tommasini»), accoglieva aspiranti al sacerdozio privi di mezzi economici. Si iscrisse al Terz’Ordine Francescano fin dai primi anni del suo chiericato. Ordinato sacerdote il 18 settembre 1886 dall’Arcivescovo di Torino cardinale Gaetano Alimonda, entrò a far parte della «Congregazione dei preti della Santissima Trinità» fondata dal Cottolengo per il servizio dei poveri, dei malati e dei sofferenti, ai quali si donò per tutta la vita nel ministero pastorale.
Fin da giovane fu insegnante di latino e filosofia nel Seminario della Piccola Casa e presso i Missionari della Consolata, fondati dal beato Giuseppe Allamano di cui fu consigliere e collaboratore. Conosciute le sue doti umane e spirituali, per don Paleari arrivarono presto dall’Arcidiocesi di Torino richieste di nuovi incarichi. Per più di 40 anni fu confessore e direttore spirituale del Seminario diocesano, predicatore di Esercizi spirituali al clero, ai religiosi, religiose e fedeli fuori e dentro la Piccola Casa. Fu anche provicario generale e vicario per la vita consacrata dell’Arcidiocesi torinese.
Un uomo buono e sorridente, il suo sguardo inconfondibile fu il segno distintivo della sua bontà, che lo fece amare da tutti. Quanti l’avvicinavano non finivano di stupirsi della mole incredibile di lavoro, che con una calma veramente inalterabile riusciva a smaltire. Accettava incarichi, lavori ingrati, impegni straordinari, a volte pesi eccessivi per le sue spalle e tutto con la semplicità di un «servizio dovuto».
Nel 1936 ebbe frequenti crisi cardiache che lo costrinsero ad una inattività assoluta; inchiodato alla sua croce dalla malattia, visse un martirio del cuore e una lenta agonia della sua lucida e viva mente. Con le lacrime agli occhi, a chi lo avvicinava raccontava come avesse imparato da Cristo crocifisso, un altro sguardo sulla vita: “Noi dobbiamo essere nelle mani di Dio, come una palla nelle mani di un bambino che gioca. Quanto più forte la palla viene buttata a terra, tanto più rimbalza in alto!”.
Morì il 7 maggio del 1939. Per due giorni fu incessante la fila di gente che transitò in processione di fronte alla sua salma esposta nell’atrio della Piccola Casa. Una fama di santità che portò in breve all’apertura del processo di beatificazione, l’11 giugno 1947. Fu dichiarato venerabile il 6 aprile 1998 e il 10 dicembre 2010 fu approvato il miracolo ottenuto per sua intercessione. Venne proclamato Beato il 17 settembre 2011, la sua memoria liturgica viene celebrata il 18 settembre.