La Piccola Casa della Divina Provvidenza domenica 20 settembre ha ricordato i cento anni dell’arrivo delle suore del Cottolengo a Biella.
Alle ore 10, presso la Chiesa del Cottolengo di Biella (via Carlo Mino 2), si è tenuta la celebrazione eucaristica concelebrata da S.E. Mons. Roberto Farinella, Vescovo di Biella, e dal padre generale della Piccola Casa, don Carmine Arice.
Erano presenti la madre generale delle suore, Elda Pezzuto, il responsabile pastorale della Piccola Casa di Biella, don Emanuele Lampugnani, il direttore delle Casa di Assistenza del Cottolengo, dott. Amedeo Prevete e, in ottemperanza alle norme anticontagio, un numero ristretto di rappresentanti della comunità cottolenghina biellese.
Il ringraziamento della Madre generale: “fra 100 anni le suore saranno ancora a Biella!”
Ringrazio il Vescovo S.E. mons. Roberto Farinella per la sua presenza in mezzo a noi: è un segno che ci va sentire Chiesa che è quello che vogliamo essere e vivere. Ringrazio poi tutti i residenti nella Piccola Casa di Biella qui presenti e tutti quelli che sono rimasti nei reparti, saluto i fratelli cottolenghini, le suore, i volontari e tutti gli operatori di questa casa, dalla direzione e coloro che sono a servizio nei reparti.
Questo è il ringraziamento che voglio condividere con voi e che assicuro innanzitutto a tre punti di gratitudine:
- Se cento anni fa sono arrivate le suore del Cottolengo qui a Biella è grazie alla Città di Biella e al popolo biellese. Non fu un’iniziativa né delle suore né dell’allora padre generale della Piccola Casa, ed è avvenuta proprio in quell’anno, 100 anni fa, l’Incoronazione della Madonna di Oropa. Il 18 settembre 1920 le suore sono partite da Torino e sono arrivate qui il 19. L’arrivo delle suore nell’ospedaletto di via Orfanotrofio è stato l’inizio di un percorso che non ha coinvolto solo le suore ma tutta la Piccola Casa. Sono, infatti, prima arrivati i fratelli cottolenghini, una presenza molto importante, e poi le suore di vita contemplativa. In questo modo la famiglia cottolenghina ha assunto la sua dimensione, il suo sviluppo.
- Il secondo grazie è a tutti coloro che in questi 100 anni si sono presi cura dei bisognosi prima in via dell’Orfanotrofio e poi in questa casa. Da sole le suore avrebbero fatto ben poco o molto meno di quello che è stato possibile grazie alla Divina Provvidenza. Voglio, in particolare, ricordare i padri filippini con cui è stata avviata una fruttuosa sinergia fra ordini religiosi. Papa Francesco ci invita a vivere una solidarietà evangelica e sociale, è 100 anni che a Biella avviene. E poi le suore hanno potuto prendersi cura e fare del bene grazie ai tanti volontari che sempre sono stati presenti, i medici, volontari che hanno aiutato nel quotidiano delle attività verso i poveri.
- Infine grazie alle tante suore che in questi 100 anni sono passate in questa terra, hanno amato, hanno servito, hanno creduto, hanno sperato e questo è quello che ci viene chiesto ancora oggi. Le suore sono state madri e, permettetemi, mamme di tanti bisognosi, questo allora mi fa portare ad una conclusione di grande speranza: fra 100 anni ricorderanno il bicentenario delle suore cottolenghine a Biella non perché non ci sono più ma perché continueranno ad esserci. Certo a tutti viene chiesto di cambiare, dobbiamo cambiare sempre (le modalità, i servizi), ma quello che non cambia è l’amore: amare, credere e sperare coi poveri, questo non cambierà mai! La terra biellese continua ad essere generosa con il Cottolengo, è uno dei luoghi da cui ogni tanto continuano ad esserci vocazioni cottolenghine. E questo è una speranza certa: ci saranno ancora vocazioni da questa terra e ci saranno ancora le suore in questa terra per lungo tempo.
Deo gratias!
Madre Elda Pezzuto
Le suore del Cottolengo da 100 anni a Biella
Le prime suore del Cottolengo arrivarono presso l’Ospedaletto di via Orfanotrofio a Biella il 19 settembre 1920, l’anno della incoronazione della Madonna di Oropa, inviate dall’allora padre generale della Piccola Casa, can. Giovanni Battista Ribero.
Le suore cottolenghine, allora conosciute come «vincenzine», da san Vincenzo De’ Paoli, entrarono nell’ospedaletto portando, come ricordano le cronache dell’epoca, «un fresco soffio di primavera dentro quelle mura». L’anno dopo i ricoverati da 24 salirono a 40, quanti ne poteva contenere la struttura. Nel 1923 fu demolito il vecchio edificio per una nuova costruzione, inaugurata l’anno seguente e nel 1925 le persone bisognose e abbandonate, curate dalle Suore erano un centinaio. Fu pure eretta una cappella perché il Santo Cottolengo era convinto che una Piccola Casa senza Dio non era neppure immaginabile.
Le suore del Cottolengo oggi in pellegrinaggio nei luoghi della memoria:
Di fronte alle richieste di ospitalità sempre più numerose, l’ospedale divenne insufficiente. Così il padre filippino don Carlo Mino insieme alle Suore e grazie ad alcuni benefattori, iniziò a costruire l’opera al confine di Biella verso Gaglianico, che fino agli anni Settanta vide numerosi ampliamenti con la realizzazione della chiesa centrale, dedicata alla Madonna di Oropa e al Cottolengo, consacrata il 5 ottobre 1944 dal Vescovo mons. Carlo Rossi.
Fin dall’inizio a fianco delle religiose hanno prestato la loro opera numerosi volontari che hanno collaborato per garantire un servizio assistenziale ed educativo di qualità alle persone anziane e con disabilità ospitate nella casa.
Le suore del Cottolengo
La congregazione delle suore del Cottolengo è stata fondata da san Giuseppe Benedetto Cottolengo nel 1830 per testimoniare al mondo l’amore di Dio Padre buono e provvidente mediante la lode perenne a Dio e il servizio di carità ai fratelli più bisognosi.
Il profondo desiderio del primato di Dio e la ricerca esclusiva della sua gloria, portarono il Cottolengo a fondare anche monasteri di vita contemplativa, fra cui uno è nella realtà cottolenghina di Biella, il Monastero Janua Coeli.
Per informazioni sulla Piccola Casa di Biella: tel. 015.84821
Foto dell’attuale Piccola Casa di Biella:
Foto del Monastero cottolenghino Janua Coeli: