Nel 60° anniversario di vita alla Piccola Casa della Divina Provvidenza
Gioia immensa per Teresina Belardinelli, ospite storica della Piccola Casa di Torino, che dal 29 al 31 luglio 2024 ha riabbracciato, dopo 60 anni, il suo paese natale, Staffolo (in provincia di Ancona).
Un regalo prezioso nel 60° anniversario di vita alla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Accompagnata dal Padre generale della Piccola Casa, Padre Carmine Arice, che ha organizzato il viaggio, Teresina – 78 anni – è stata accolta in festa da tutto il paese.
Dopo i saluti del Sindaco Sauro Ragni nella Sala consiliare del Comune, Teresina ha compiuto un giro nei luoghi della sua infanzia e adolescenza; poi la tappa al cimitero, dove riposano le spoglie dei suoi genitori e famigliari; infine si è tenuta una grande festa, curata in ogni aspetto, nei locali del Municipio.
Nata a Staffolo, Teresina lasciò il paese a 18 anni, nel 1964, a causa di una malattia, la distrofia muscolare.
Malgrado le difficoltà, riuscì a vivere in famiglia fino a 18 anni, sottoponendosi a sedute di fisioterapia a Bologna. Dopo la morte della madre, il padre e la zia decisero di affidarla, a Torino, alla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Inizialmente fu una scelta di sofferenza per lei, vissuta come un tradimento da parte del padre e della zia.
Oggi, dopo 60 anni, continua a testimoniare, tutti i giorni, che quella scelta le permise di vivere una vita piena di senso.
«Il ritorno alle radici», racconta Teresina, «è stato per me un’emozione grande: ero partita dal paese a 18 anni con tanta amarezza perché dentro di me sapevo bene che non sarei più ritornata. Mentre passavo fra le vie e i vicoli man mano riaffioravano nitidi i ricordi della mia giovinezza».
Giunta davanti alla casa dove ha vissuto fino a 18 anni si è soffermata a guardare il gradino sotto la porta d’ingresso: «ero solita sedermi su quel gradino quando, dopo essere uscita con gli amici, rientravo tardi e trovavo la porta chiusa, perché avevo disobbedito ai miei genitori. Attendevo dunque lì che la mamma venisse ad aprirmi».
Teresina custodisce nel cuore anche la sosta e la preghiera al cimitero, dove riposano la mamma, il papà, la zia e altri familiari. «Chi ha organizzato il viaggio», sottolinea, «si è preoccupato di sistemare tutte le tombe e porre fiori freschi: un gesto che mi ha riempito di gioia».
Nella festa con il paese Teresina ha incontrato alcune persone dell’infanzia che piano piano ha riconosciuto. Una sua coetanea le confida: «la vedi questa cicatrice, Teresina, me la feci mentre giocavamo insieme qui nel paese». Un’altra signora, di qualche anno più giovane, le racconta che era stata in ospedale con lei: «ricordo che mi sei stata vicina quando ero rimasta sola perchè i miei genitori erano andati via».
L’Amministrazione Comunale di Staffolo, con tutto il paese, ha organizzato ogni particolare della visita con calore fraterno: «ho sentito la vicinanza e l’amore di tutti».
«In questo piccolo paese», evidenzia Teresina, «ho portato tutta la Famiglia Cottolenghina che ha fatto germogliare le radici, da cui sono partita, in un albero dai frutti copiosi».
«Se fossi rimasta a Staffolo», osserva, «non avrei avuto la possibilità di crescere con armonia. Alla Piccola Casa sono riuscita a dare senso alla mia situazione. Ero, infatti, convinta che la malattia avrebbe tolto tanto alla mia vita, invece mi ha elargito innumerevoli doni che ho sempre cercato di valorizzare».
Teresina, con il cuore colmo di gioia per il recente ritorno nel suo paese, ha espresso profonda gratitudine a Padre Carmine che ha organizzato il viaggio: «mi ha fatto veramente un regalo grande nel 60° anniversario di Vita Cottolenghina; con questo gesto mi ha fatto vivere un pezzetto di cielo qui su questa terra, gli sarò per sempre riconoscente».
«La Piccola Casa è il sorriso di Dio», ha sottolineato Padre Carmine a Staffolo, «è un luogo dove la dignità di ogni persona è riconosciuta e celebrata, indipendentemente dalle sue capacità fisiche».
Di seguito alcune immagini della visita di Teresina a Staffolo: