Testimonianza
Pubblichiamo la testimonianza di sette giovani della Comunità Propedeutica del Seminario di Torino che hanno prestato servizio alla Piccola Casa dal 1° al 12 marzo scorsi.
Per noi della Comunità Propedeutica al Seminario di Torino, l’esperienza al Cottolengo è coincisa con l’inizio della Quaresima. Davvero un dono per tutti noi poterla cominciare nella Carità operosa.
Alcuni sono partiti con un’iniziale e comprensibile ansia, chiedendosi “Chissà cosa ci faranno fare?”, altri spaventati dal radicale cambio di “routine”, qualcuno con più coraggio e meno preoccupazione… certo è che siamo tornati tutti pieni di gioia, rinnovati nel profondo del cuore. Nei vari nuclei delle tre RSA in cui abbiamo prestato servizio abbiamo subito colto negli ospiti la gioia dell’incontro; siamo stati accolti tutti con il sorriso di chi, nonostante il dolore, riconosce nella Divina Provvidenza la mano sicura alla quale aggrapparsi, per portare la Croce, verso la Salvezza.
Abbiamo provato tutti la bellezza del “toccare” l’altro, atteggiamento a cui il Santo Padre Francesco ci sollecita spesso. Toccare il povero, toccare chi ha bisogno, è toccare la carne di Cristo. In questi giorni abbiamo compreso come spesso il nostro parlare non sempre è la via privilegiata di dialogo, e che ognuno ha il proprio modo di comunicare: occhi, carezze, sorrisi, silenzio… Gli ospiti sono piccoli e fragili nel corpo, ma non nello spirito, perché ricolmi della forza dell’Amore, e molto più di noi!
È stato bello lasciarsi guidare nel servizio da Oss, infermieri, fratelli, suore ed educatrici, come strumenti nelle mani della Provvidenza, per imparare ad offrirsi in modo specifico a ciascun ospite… un po’ come fa il Signore Gesù: per tutti ha una parola, un gesto, diversi per ognuno. Ci siamo resi conto di come i malati siamo noi, succubi della frenesia mondana, accorgendoci di esser bisognosi di rallentare, di accarezzare ed esser accarezzati, di abbracciare ed esser abbracciati, di consolare ed esser consolati. Da fuori forse quest’esperienza potrebbe esser vista come una perdita di tempo, perchè improduttiva economicamente, ma noi, sui passi del beato Pier Giorgio Frassati, siamo contenti di “perdere del tempo” con la Carità, che non avrà mai fine e che ci incammina verso il Cielo (cfr. 1 Cor, XIII).
Quando Cristo diventa vita della mia vita, sono disposto ad accettare tutto, anche l’ingratitudine, la stanchezza, l’incomprensione: la Croce. Deo gratias per la comunità dei fratelli e delle Suore che ci hanno guidati nel servizio attivo all’Annunziata, ai Santi Innocenti e al Beato Frassati. Deo gratias anche per suor Maria Teresa Materia, che con passione ci ha accompagnati nei vari luoghi della Piccola Casa in un itinerario storico sui passi del Santo canonico Cottolengo, il quale ci ricorda che “bisogna confidare e confidar sempre in Dio: e se Dio risponde colla sua Divina Provvidenza alla confidenza ordinaria, a chi straordinariamente confida, straordinariamente pure provvede“.
E infine, ma non meno importante, Deo gratias anche per suor Giusy Paganotti e le consorelle della comunità Emmaus: è stato come avere tante mamme che si sono prese cura di noi durante i pasti, dopo la fatica del servizio, facendoci gustare davvero la bellezza della vita comunitaria; e questa gioia permetteva di ripartire il giorno seguente sempre pieni di entusiasmo. Al termine, con una lacrima sul volto, c’è un po’ di malinconia, ma consolata dalla certezza che il ricordo reciproco nella preghiera ci rende vicini in Cristo. Caritas Christi urget nos… davvero, l’Amore di Cristo ci spinge, ci incalza a servire Cristo in ogni persona che ci fa incontrare. Deo Gratias et Mariae!
Kevin, Stefano, Michele, Matteo, Alessandro, Francesco e Federico