Orientamenti Pastorali per l’anno 2023-2024 di Padre Carmine Arice
La Piccola Casa, insieme alla Chiesa universale guidata da Papa Francesco, si mette in cammino verso il Giubileo del 2025. «Un cammino che intende porre il cuore sulle fondamenta, mettendo al centro la cura della spiritualità per trovare linfa di vita e il senso profondo del suo agire». Partono da queste premesse gli Orientamenti Pastorali di Padre Carmine Arice per il 2023-2024 secondo il tema pastorale annunciato al termine della processione del Corpus Domini domenica 11 giugno 2023.
La riflessione di Padre Carmine negli Orientamenti si snoda su tre capitoli con forti connessioni fra di loro:
- La cura della spiritualità
- Alla scuola di Gesù, maestro di preghiera
- La preghiera nella spiritualità cottolenghina
La cura della spiritualità
Dopo un’introduzione sul tempo di cambiamento che la Piccola Casa sta vivendo, Padre Carmine arriva al cuore del tema pastorale di quest’anno che definisce «provvidenziale», «perché è richiamo alla questione del senso, a ciò che orienta il nostro agire e che anima la nostra vita».
«Tutti abbiamo assolutamente bisogno», scrive Padre Arice, «di un perché per vivere il come che la vita ci riserva; tutti abbiamo la gioiosa e grave responsabilità di aiutare coloro che la Provvidenza ci fa incontrare – e ancor di più quanti vivono esperienze di solitudine e di abbandono e sono affidati alle nostre cure – a percepire che anche la loro vita è importante, dignitosa e può avere un senso».
Sul tema della Cura della Spiritualità vengono poi proposti alcuni filoni di approfondimento:
- I bisogni spirituali
- Una formazione integrale degli operatori, anche spirituale
- La spiritualità come stile di vita cristiana
- La spiritualità cottolenghina
Alla scuola di Gesù, maestro di preghiera
Come sottolinea Padre Arice «intento degli Orientamenti Pastorali di quest’anno, oltre a sottolineare l’importanza della cura della spiritualità, è anche quello di richiamare la centralità della preghiera nella vita della Piccola Casa. Lo facciamo in sintonia con tutta la Chiesa che si prepara alla celebrazione del grande Giubileo ordinario del 2025».
La seconda parte degli Orientamenti propone dunque un breve «viaggio» nel Vangelo di Luca che sul tema della preghiera ha riservato particolare attenzione.
In questo itinerario viene mostrato come, nel Vangelo di Luca, Gesù stia in preghiera in tutti i momenti decisivi della sua vita e della sua missione (Gesù, maestro di preghiera). Per l’evangelista Luca la preghiera è anche il luogo privilegiato per ricevere il dono dello Spirito Santo.
Gli Orientamenti mostrano poi come nel terzo Vangelo l’evangelista voglia rispondere alla domanda posta esplicitamente da un discepolo a Gesù: «Signore, insegnaci a pregare». «Una prima risposta», scrive Padre Arice, «è la preghiera del Padre nostro, la più conosciuta anche se non l’unica, compendio di tutto il Vangelo perché ne esprime i contenuti essenziali».
Padre Carmine offre alcune note di commento alla preghiera consegnata da Gesù nella versione di Luca (11,2-4), meno conosciuta di quella del Vangelo di Matteo, pregata nella celebrazione eucaristica.
Proseguendo nella riflessione sul Vangelo di Luca viene posta in rilievo la fiducia che l’orante deve avere quando prega, «nella certezza che il Padre celeste gli concederà ogni bene perché figlio».
In Lc 18,1-8 si trova l’insegnamento contenuto nella parabola della vedova importuna sulla necessità di pregare senza stancarsi mai (18,1) per una preghiera insistente e perseverante.
Viene poi presentato l’atteggiamento della preghiera sincera e umile, messo in evidenza da Luca nel racconto del pubblicano e fariseo che salgono al tempio di Gerusalemme (18,9-14).
Infine alcuni suggerimenti preziosi, alla luce del Vangelo di Luca, a partire dalle 45 catechesi che Papa Benedetto XVI tenne sulla preghiera dal 4 maggio 2011 al 3 ottobre 2012, «straordinario compendio di sapienza sul tema».
La preghiera nella spiritualità cottolenghina
Nell’ultima parte degli Orientamenti Padre Carmine propone «alcune semplici considerazioni a partire da quanto ha insegnato il Santo Cottolengo e da ciò che ha tramandato la tradizione cottolenghina».
«A proposito della spiritualità cottolenghina», scrive il Padre della Piccola Casa, «il nostro Santo ha vissuto una profonda comunione con Dio, vivendo sempre alla sua presenza, contemplata in tutte le sue manifestazioni, nella preghiera continua “primo e più importante lavoro della Piccola Casa”, specialmente nella forma della ‘Laus perennis’, nella frequenza quotidiana all’Eucaristia e nella filiale devozione alla Vergine Maria nostra buona Madre».
Conclusioni
«Il tema pastorale di quest’anno», scrive nelle conclusioni Padre Carmine Arice, «è tanto importante quanto ampio da approfondire nelle sue diverse sfaccettature e questi Orientamenti suggeriscono qualche spunto di riflessione. L’augurio è che in un tempo così complesso come il nostro, impariamo a stabilire alcune priorità nelle nostre scelte quotidiane e tra queste vi è certamente quella di prendersi cura della dimensione spirituale per poter guarire dalla dispersione e dalla mancanza di senso, soprattutto nei momenti difficili. Non si vive di solo pane; le ricchezze materiali non bastano e nemmeno il prestigio sociale. Il desiderio più intimo di ognuno di noi è quello di essere felici e la strada del senso è la via maestra per raggiungere questa meta. Ma questo non sarà impossibile se non daremo alla nostra vita gli strumenti necessari per discernere il bene dal male, il vero dal falso, la verità dalla menzogna. Cura della spiritualità e preghiera, allora, siano davvero il primo impegno della Piccola Casa come lo è stato per san Giuseppe Cottolengo e per i Beati Francesco, Luigi e Maria Carola a cui affidiamo il nostro cammino».