“Carisma cottolenghino, pandemia e vulnerabilità: uno sguardo nuovo per il futuro”
Cari fratelli e sorelle e membri tutti della Famiglia Carismatica Cottolenghina,
sono lieto, anche quest’anno, di condividere con voi alcuni Orientamenti Pastorali che mi auguro utili per la riflessione personale e per un cammino condiviso. Prima, però, di ogni altra considerazione, lasciatemi esprimere la gratitudine di tutta la Piccola Casa della Divina Provvidenza per il dono straordinario che il Signore le ha concesso elevando agli onori degli altari una sua figlia: la Beata suor Maria Carola Cecchin.
Suor Maria Carola ha vissuto un’amicizia sponsale con Cristo sommo bene, amato sopra ogni cosa e “seppe fare della propria vita un dono a Lui per il bene degli altri” (c.f.r. Congregazione per le Cause dei Santi, Decreto sulle Virtù, 23 novembre 2020). La sua beatificazione ci mostra che vivere il Vangelo sulle orme di san Giuseppe Benedetto Cottolengo conduce alla santità. La Piccola Casa della Divina Provvidenza sparsa in quattro continenti eleva il suo inno di ringraziamento perché ancora una volta, dopo il Fondatore, il Beato Francesco Paleari e il Beato Fratel Luigi Bordino, la Chiesa conferma la fecondità spirituale del carisma cottolenghino con il riconoscimento della santità di una sua figlia.
Leggendo la vita di suor Maria Carola si può constatare il mirabile lavoro compiuto dalla grazia di Dio e vedere come la fede abbia perfezionato e portato a compimento la sua umanità e la grazia battesimale: la “Mamma buona”, come veniva chiamata, è ricordata per la sua tenerezza, la sua capacità di relazione, di dialogo tra le culture, le religioni e i carismi, oltre che per il suo servizio di evangelizzazione e di catechesi. L’intercessione di suor Maria Carola ci doni la sua stessa passione per il Vangelo, ma anche la sua capacità di amore concreto e generoso verso i fratelli, soprattutto verso i più bisognosi.
Padre Carmine Arice