Martedì 17 gennaio la Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Benotto
Grande festa al “Cottolengo” di Pisa (via G. Mazzini 61) dove martedì 17 gennaio 2023 si è celebrato il centenario della fondazione, avvenuta il 17 gennaio 1923.
I festeggiamenti si sono tenuti nel giorno in cui tutta la Piccola Casa della Divina Provvidenza presente nel mondo ha fatto memoria del 195° anniversario (17 gennaio 1828) della fondazione da parte di San Giuseppe Benedetto Cottolengo dell’Ospedaletto della Volta Rossa, in via Palazzo di Città a Torino: fu l’avvio della Piccola Casa.
Alle ore 10.30 si è tenuta la Solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc. Mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa, a cui hanno concelebrato il Padre Generale della Piccola Casa don Carmine Arice, il direttore della Casa Cottolengo di Pisa don Benny Francis e diversi sacerdoti diocesani e cottolenghini.
Erano presenti la Madre Generale delle Suore di S.G.B. Cottolengo Madre Elda Pezzuto e il Superiore Generale dei Fratelli Cottolenghini Fratel Giuseppe Visconti.
Hanno preso parte alla celebrazione il sindaco di Pisa Michele Conti, diverse autorità civili e militari del territorio, una rappresentanza dell’Asl Toscana Nord-Ovest, oltre a numerose associazioni del mondo del volontariato.
«Sono solo i primi cento anni di una storia che vorremmo proseguisse ancora a lungo”, ha detto Padre Carmine Arice all’inizio della Celebrazione, “per questo, superata la fase più acuta dell’emergenza sanitaria e nonostante i rincari dovuti all’aumento delle materie prime, nei prossimi mesi inizieranno finalmente i lavori per il radicale intervento di riqualificazione che interesserà la Casa di Pisa».
«Siamo grati al Cottolengo», ha evidenziato nell’omelia l’Arcivescovo di Pisa mons. Giovanni Paolo Benotto, «per l’esempio che ha dato in un secolo d’impegno nel cuore della nostra città e che siamo certi proseguirà anche per il futuro: non un ospedale e nemmeno una residenza per anziani, ma un luogo di cura e una famiglia, fatta di terapie ma anche di relazioni calde e umane, per chi non è più in grado di vivere da solo, e aperta alla Chiesa diocesana, alla città e ai suoi bisogni, come ha sempre fatto in questi anni. Basti pensare alla mensa per i poveri della città, gestita insieme alla Caritas Diocesana, proprio nei locali di questa struttura. Abbiamo un anno per pensare e progettare il futuro: i servizi offerti potranno anche cambiare in ragione delle mutate esigenze e bisogni, ma sono certo che rimarrà inalterato lo stile evangelico di presenza, improntato all’accoglienza mettendo sempre al centro la relazione con la persona fragile».
«Nel celebrare i 100 anni della fruttuosa presenza cottolenghina a Pisa», ha sottolineato il Direttore Generale delle Case di Assistenza e Cura delle fragilità del Cottolengo Dott. Amedeo Prevete, «ringrazio in particolare il direttore della Casa don Benny Francis, insieme ai suoi confratelli, alla comunità delle suore e dei fratelli e ai numerosi operatori laici per il grande lavoro che quotidianamente svolgono a servizio dei poveri. Cento anni sono un’importante tappa ma vorrei anche festeggiare l’inizio, a breve, della ristrutturazione della Casa, dopo i faticosi ed inattesi ritardi imputabili alla pandemia, sia direttamente che indirettamente».
Una Casa per la Vita
Nella Casa Cottolengo di Pisa è in corso un radicale intervento di ristrutturazione. Il progetto di riqualificazione interessa, in particolare, una porzione dell’attuale edificio, ma coinvolgerà anche il muro di cinta, il parco ed un eventuale parcheggio. La nuova struttura avrà a disposizione 80 posti letto per anziani non autosufficienti (20 in più rispetto agli attuali) oltre a 12 posti letto e ulteriori spazi che possano rispondere ai nuovi bisogni sociali e socio-sanitari della cittadinanza pisana. La nuova conformazione gestionale e strutturale in particolare inserirà la realtà cottolenghina di Pisa in una ampia di filiera di servizi che mettano al centro i diversi bisogni della persona.
Da cento anni a servizio della Vita
Il Fondatore della «Piccola Casa della Divina Provvidenza» in Pisa fu il Canonico Giovanni Battista Ribero, allora Padre Generale della Piccola Casa. La fondazione pisana fu possibile per la generosità dei Conti Ludovico Rosselmini Gualandi e Augusta Raimondi, coniugi senza figli, che vollero continuare nel loro Palazzo una paternità e una maternità spirituale estesa universalmente. Erede ed esecutore testamentario, l’arcivescovo di Pisa: il Card. Pietro Maffi.
Pio XI, in una lettera autografa per il giubileo episcopale celebrato dal Card. Maffi nel maggio 1928, rilevava quanto l’Arcivescovo di Pisa avesse «desiderato che la celebre» Piccola Casa della Provvidenza» di Torino fondasse a Pisa un ospizio che, essendo sua emanazione, traesse il nome dal Cottolengo». Non mancarono difficoltà, come non ne mancano mai nelle opere a servizio di Dio e del prossimo.
Il 17 gennaio 1923, lo stesso giorno in cui nel 1828 San Giuseppe Benedetto Cottolengo apriva la Piccola Casa a Torino, il Card. Maffi celebrò la Messa di ringraziamento perché finalmente si poté inaugurare la Casa ed accogliere i primi ospiti: due ragazze con disabilità mentali (le «perle» della Casa, così dette al Cottolengo) e due donne anziane: una paralizzata di nome Palmira e l’altra cieca di nome Maria.
Il Cardinale fu il primo «Direttore» della Casa, e restò tale sino alla sua morte avvenuta il 7 marzo 1931. Di anno in anno l’Opera per l’attività del Canonico Lodovico Chiesa, primo successore al Cardinale nella direzione della Casa di Pisa, andò consolidandosi e organizzandosi in vasti ampliamenti dei locali permettendo maggiore ospitalità di ricoverati. I beni lasciati dai Conti Rosselmini Gualandi erano non solo a Pisa ma anche a San Jacopo e a Scarlino.
Nella Casa di via Mazzini, nel corso di cento anni di attività, sono stati assistiti 1.841 ospiti, di cui 1.464 donne e 377 uomini.
Il Cottolengo di Pisa oggi è una struttura socio-sanitaria che pur essendo privata continua però a mantenere una retta moderata. Attualmente sono presenti 60 ospiti tra cui 15 orfani sin dalla nascita o con problematiche economiche gravi. Si tratta soprattutto di anziani di ambo i sessi con disabilità di tipo psichico, fisico e demenze dovute all’età.