Pubblichiamo di seguito la preghiera di ringraziamento per la fine dell’anno 2021 che il Padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza, don Carmine Arice, ha pronunciato la sera di venerdì 31 dicembre 2021 nella Chiesa Grande del Cottolengo di Torino.
Signore Gesù presente nella Santissima Eucarestia,
siamo davanti a Te in questo ultimo giorno dell’anno,
per cantare il nostro inno di ringraziamento
non solo in obbedienza ad una bella tradizione che la Chiesa ci ha insegnato,
ma perché il nostro cuore è colmo di gratitudine
per gli innumerevoli benefici che anche in quest’anno
ci ha elargito la Divina misericordia.
Tu che sei il Bene, il Sommo Bene, il solo Bene,
unito al Padre e per mezzo dello Spirito Santo,
hai benedetto questo anno che volge al suo termine
di innumerevoli benefici, molto più di quelli di cui siamo coscienti,
molto più di quelli che abbiamo accolto,
molto più di quelli per i quali ti abbiamo già ringraziato
e per i quali questa sera diciamo:
Te Deum cantamus, Te Dominum confitemur.
Anzitutto rendiamo grazie per il dono della fede:
e rinnoviamo la nostra fede in Dio vivo, Padre, Figlio e Spirito Santo.
e la certezza che tutto il Bello, il Bene, il Buono, il Vero, il Giusto che c’è nel mondo
sono un canto all’esistenza di Dio e alla Sua grande munificenza.
Ma avere fede, significa anche guardare alla storia umana e personale,
alle vicende lieti e tristi e al nostro quotidiano vivere
illuminati da quella luce che viene dall’Alto:
è lo sguardo che abbiamo imparato alla scuola del Vangelo
che ci ha indicato il nostro Fondatore, san Giuseppe Cottolengo,
e che sa cogliere quell’essenziale invisibile agli occhi;
con questo sguardo, pur coscienti della nostra immensa fragilità
del nostro peccato e della nostra piccolezza,
la Piccola Casa della Divina Provvidenza
ha cercato di vivere ogni giorno di questo anno che ci hai donato
lodando, ringraziando e servendo Te che sei il Signore della Vita.
Con il dono della fede ti rendiamo grazie, o Signore, per il dono della Tua carità
e ti benediciamo per la generosità di tanti figli e figlie della Piccola Casa
sparsi nel mondo che, spinti dalla stessa carità di Cristo, Caritas Christi urget nos,
sono stati le tue mani e il tuo cuore per quanti hanno incontrato sul loro cammino,
soprattutto se erano segnati da sofferenze, povertà, abbandoni
e bisognosi di cura nel corpo e nello spirito.
Dal tuo cuore pieno di misericordia è nata la Famiglia Carismatica Cottolenghina.
Te Deum Laudamus per il dono della Vita Consacrata,
dono inestimabile per la Chiesa e per la Piccola Casa;
Ti benediciamo per i Fratelli cottolenghini:
la loro presenza generosa e discreta, è un segno eloquente della carità di Dio
che si esprime nel servizio umile, silenzioso, perseverante e concreto.
Sii benedetto o Signore per le Suore di Vita Apostolica e di Vita Contemplativa,
per coloro che quest’anno hanno iniziato il loro cammino nella Vita Religiosa
e per quelle che generosamente hanno donato per sempre
la loro esistenza al servizio di Dio e del prossimo,
liete di essere sentinelle dell’Aurora e profezia del mondo nuovo
anche con il sacrificio della Vita;
Sii benedetto o Signore, per le giornate offerte e donate a Dio per il bene dell’umanità
dalle Sorelle, dai Fratelli e dai Sacerdoti ammalati
che, uniti a te che hai salvato il mondo mediante la Tua passione e morte,
continuano a servire la Piccola Casa con una misteriosa fecondità
che solo lo sguardo della fede può intuire ed apprezzare.
Sii benedetto o Signore per il dono dello Spirito Santo
con il quale hai accompagnato la celebrazione dell’XI Capitolo Generale delle Suore,
sii benedetto per il loro desiderio di cercare e percorrere nuove vie di evangelizzazione
perché anche oggi sia annunciato a tutti in modo credibile
l’amore di Dio Padre buono e Provvidente;
ti ringraziamo per il dono di Madre Elda e del Suo Consiglio
che generosamente si sono messe a servizio di tutte le Sorelle sparse nel mondo,
a servizio della Piccola Casa, della Chiesa e dell’umanità
con il solo desiderio di cercare il regno di Dio e la sua giustizia,
certe che tutto il resto sarà dato in aggiunta.
E poiché la fantasia della Tua carità è mirabile, hai voluto donare alla Piccola Casa e alle Suore in particolare il luminoso esempio della venerabile suor Maria Carola Cecchin.
Ti ringraziamo perché, approvato l’autenticità del miracolo ottenuto dalla sua intercessione, presto avremo la gioia di chiamarla Beata, invocare la sua preghiera
e guardarla con ammirazione per imitarla nelle sue virtù,
nel suo amore per Te e per i poveri, nell’amore concreto
ai fratelli e alle sorelle di ogni cultura, di ogni luogo e di ogni tempo.
Sii ringraziato o Signore per il dono e la generosità dei sacerdoti cottolenghini:
quest’anno hai voluto benedire la nostra piccola Comunità con ordinazioni
presbiterali e diaconali affinché, mediante il loro ministero pastorale,
non mancasse alla Piccola Casa e alla Chiesa la celebrazione dei divini misteri,
l’annuncio della Parola e l’esercizio della carità,
tutte espressioni del Tuo cuore di buon Pastore.
Sii benedetto o Signore per la Presenza di numerosi laici
che sentono la chiamata a partecipare in pienezza e con tutto il cuore
al carisma di san Giuseppe Cottolengo: sono aggregati e aggregate,
oblate dei nostri Monasteri, Amici del Cottolengo e semplici battezzati
che sono parte della grande Famiglia Cottolenghina
e che partecipano nelle forme più diverse alla sua missione.
Sii ringraziato, o Signore, per la presenza di tanti operatori e operatrici
della salute, della cura, dell’assistenza e dell’educazione
che, anche quest’anno, hanno messo a disposizione del prossimo
le loro competenze e la loro professionalità;
l’accresciuta coscienza dell’alto senso del lavoro
e del suo prezioso contributo alla missione della Piccola Casa,
come pure il desiderio di vivere insieme, come tessere di un unico mosaico,
il quotidiano impegno a servizio dei poveri, dei malati, degli anziani,
delle persone con disabilità e degli allievi delle nostre scuole,
e di quanti bussano alla nostra porta per trovare un cuore che ama,
ha visto esemplari testimonianze di generosità e
ci ha aiutato a superare le immancabili difficoltà, le fatiche,
a conciliare conflitti e cercare insieme il bene di quanti
la Provvidenza di Dio ha affidato alle nostra premurosa carità.
Sii benedetto o Signore, perché in questo tempo di pandemia
che continua a mettere alla prova questa povera umanità,
non è venuto meno la certezza del Tuo amore.
Convinti che Tu vuoi che l’uomo viva e sia felice, in questo anno ci siamo sentiti alleati con Te nella lotta per il bene, nell’impegno di custodire la vita delle persone più fragili,
e nella ricerca, per l’ennesima volta, di possibili soluzioni a situazioni di emergenza.
Tu che conosci il cuore e l’impegno di ciascuno,
ricompensa con la tua benedizione ogni atto d’amore sincero.
Anche i volontari cottolenghini questa sera desiderano benedire il tuo nome:
la fatica di non poter essere vicini ai nostri ospiti come si vorrebbe,
a causa delle restrizioni necessarie, sono il segno di un amore
che patisce la lontananza affettiva ed effettiva,
e nello stesso tempo si fortifica nel cammino condiviso;
la distanza sofferta si fa desiderio di comunione profonda
con coloro che sono parte di una stessa divina avventura,
uniti in un sol Corpo e operosi per una nuova umanità.
Ti benediciamo o Signore anche per quanti, benefattori, amici e simpatizzanti,
hanno sostenuto anche quest’anno con una generosità che ci riempie di stupore
la missione della Piccola Casa della Divina Provvidenza nel mondo.
Il carisma di san Giuseppe Cottolengo e la missione dei suoi figli
continua anche oggi a toccare il cuore di uomini e donne che decidono,
a volte anche in modo sorprendente e nelle modalità più diverse,
di partecipare alla missione cottolenghina
nella condivisione di valori che sono così divini da essere anche pienamente umani,
così veri da essere universali e per questo accolti anche da fratelli e sorelle
di tradizioni religiose diverse o di altre convinzioni.
Ti rendiamo grazie perché ci hai fatto comprendere che
Servire la Vita e l’incondizionata dignità di ogni uomo
è un ideale grande, capace di unire e comprendere in sé le differenze.
Ma soprattutto Ti rendiamo grazie o Signore perché anche quest’anno
ci hai dato l’onore, la gioia e la possibilità di servirti nei più piccoli e
di accarezzare la tua carne sofferente impressa in quella dei poveri,
degli ammalati e di quanti soffrono nel corpo e nello spirito.
La loro presenza, insieme al sacramento dell’Eucarestia, memoria della tua Presenza,
è ciò che rende la nostra Casa benedetta dall’Altissimo,
è ciò che fa della Piccola Casa uno scrigno prezioso,
sacro Tempio che custodisce Dio e coloro che Egli divinizza,
Dimora in cui si congiunge l’umano e il divino, il Cielo e la Terra,
la storia e l’eternità, immanenza e trascendenza, fragilità e fortezza,
in una sinfonia mirabile che solo l’Amore può comporre.
Signore Dio santo e Benedetto, in questa sera con il cuore colmo di gioia,
umiliati dalla coscienza del nostro peccato e della nostra miseria
che facilmente dimentica gli innumerevoli benefici del Tuo amore,
e mendicanti del Tuo perdono e della Tua misericordia,
cantiamo il nostro Te Deum
e con lo sguardo al nuovo anno che sta per cominciare
invochiamo il dono del tuo Spirito perché
la Piccola Casa della Divina Provvidenza
presente in Europa, nelle Americhe, in Africa e in India
possa continuare a darTi gloria, ad essere aperta a quanto Tu gli indicherai;
aiutaci a non temere di annunciare senza paura il Vangelo della Vita,
a lottare perché il germe di una violenta cultura della morte
che tenta in tutti i modi di farsi spazio,
sia vinto da cuori che accolgono e rispettano la Vita
che ne riconoscono la dignità e la sacralità, che si adoperano perché ogni uomo,
dal concepimento fino al termine naturale della Sua esistenza,
possa sentirsi amato
e per questo benedire Colui che è la Benedizione e amare Colui che è l’Amore.
O Bambino di Betlemme,
o Amico dei peccatori e dei piccoli,
o Consolatore degli afflitti
o Crocifisso per la salvezza dell’umanità
all’inizio di un nuovo anno vogliamo fare nostra la preghiera di San Francesco D’Assisi
che sul sacro monte della Verna, calvario sul quale l’amore lo ha reso simile all’amato,
già piagato da numerose sofferenze e malattie ha chiesto grazie singolari:
“O Signore mio Gesù Cristo – prega san Francesco – due grazie ti prego che mi faccia prima che io muoia: la prima di sentire nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nell’ora della tua acerbissima passione; la seconda di sentire nel cuore mio, quant’è possibile, quello straordinario amore del quale tu, Figliolo di Dio, eri acceso tanto da sostenere una così grande passione per noi peccatori”.
Signore Benedetto, consapevoli che si diventa ciò che si ama,
donaci la grazia di amare te sopra ogni cosa per diventare Te che sei l’Amore
e cantare con sincerità di cuore: Te Deum Laudamus, te Dominum Confitemur.
Tu che vivi e Regni nei secoli dei secoli.
Amen.
Padre Carmine Arice