Dal 25 al 27 giugno dalla Piccola Casa di Torino
Si è aperta nel pomeriggio di venerdì 25 giugno la terza Assemblea della Famiglia Carismatica Cottolenghina che si è tenuta fino a domenica 27 giugno al Cottolengo di Torino (Sala Convegni, via Cottolengo 12) sia in presenza sia in collegamento, attraverso la piattaforma Zoom, con le diverse opere cottolenghine presenti in Italia.
Circa 200 rappresentanti della Famiglia cottolenghina nel corso delle tre intense giornate hanno elaborato proposizioni e linee operative concrete per avviare insieme un percorso di discernimento che porti avanti l’opera fondata dal santo Cottolengo mettendo al centro le persone fragili e allo stesso tempo garantendo il massimo benessere di religiosi, operatori laici e volontari.
Ha aperto la prima sessione dell’Assemblea, trasmessa in diretta streaming, Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Ionio, con una meditazione su «Sinodalità: dall’idea alla realtà» a cui è seguita l’introduzione alle tre giornate di lavoro a cura del Padre generale don Carmine Arice.
«La famiglia del Cottolengo», ha detto Mons. Savino, «deve fare della sinodalità un modo di essere quotidiano; la sinodalità deve essere la costituzione della vostra identità famigliare». Per Mons. Savino «camminare insieme significa essere capaci di “guardare verso l’oltre e verso l’altrove”. State attenti a non diventare prigionieri di quel motto pastorale “si è sempre fatto così”. Siete chiamati ad attivare la fantasia della carità e la pastorale della creatività». Infine il Vescovo di Cassano all’Ionio ha esortato alla conversione ecologica come invita Papa Francesco: «non dobbiamo più sfigurare la madre terra che diventa sempre più matrigna».
«In questo anno», ha detto Padre Arice nell’introdurre i lavori, «abbiamo ripetuto più volte che, nella Piccola Casa come nel contesto socio-culturale odierno, è quanto mai necessario e urgente evangelizzare il lavoro avendo, non di rado, perso la coscienza della sua alta vocazione di utilità sociale, maturazione personale e di collaborazione all’opera del creatore, e sia diventato piuttosto una condanna necessaria – quando si ha la fortuna di averlo – da scontare con sopportazione per il necessario sostentamento personale e della propria famiglia. La dimensione della fatica e la mercificazione dell’opera prestata, sembrano diventare predominanti sul possibile senso e sul valore intrinseco della laboriosità. E questo è drammatico perché nella vita molto tempo è dato proprio al lavoro. Se non sappiamo scoprire la capacità del lavoro di darci benessere prima ancora che reddito, convinti che gli esseri umani sono innanzitutto cercatori di senso, ogni altro rimedio sarà un palliativo inefficace a dare qualità, vigore e sviluppo a quello che facciamo. Il rischio è di essere macchine senza cuore e senza anime che fanno quello che devono fare senza un fine, ma solo aspettando la fine».
Ed ecco l’esortazione del Padre generale: «non c’è organizzazione, incentivi o strategie utili a far funzionare una realtà se coloro che la costituiscono e la compaginano non sono abitati da un senso. Per questo, come ho scritto negli Orientamenti Pastorali, “la ricerca di senso del lavoro, non può essere un lusso per pochi”; dobbiamo “aiutarci ad affrontare quello che qualcuno ha chiamato il paradosso della fatica, allo stesso tempo evitata, ma al quale, contemporaneamente, occorre attribuire un grande valore esistenziale perché, come ci ricorda il papa: “Il lavoro è una necessità. È parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale” (L. S. 128)».
Padre Arice ha poi delineato le sfide e gli obiettivi delle tre giornate di lavoro: «come promuovere la condivisione, anche ideale, del progetto carismatico; come favorire il cammino personale umano e spirituale di ciascuno; come favorire un clima positivo degli ambienti di lavoro e un’attenzione personalizzata a operatori e ospiti; come sviluppare un approccio scientifico nell’elaborare progetti di vita degli ospiti e come valutare oggettivamente e proficuamente i processi lavorativi ed assistenziali; come implementare un’adeguata attenzione alla formazione iniziale, permanente e di struttura esplicitando gli obiettivi carismatici dell’Opera; e infine come far crescere l’attenzione pastorale nelle nostre realtà e un approfondimento adeguato, anche nella sua attualità filosofica, antropologica e teologica della spiritualità cottolenghina».
Il superiore generale della Piccola Casa si è poi soffermato sulla situazione degli anziani e delle Rsa alla luce del tempo della pandemia: «sono convinto», ha evidenziato, «che oggi tra le vittime più eloquenti della cultura dello scarto ci siano gli anziani e i malati cronici terminali. Non smetterò mai di dirlo! Le nostre case in Italia ne accolgono oltre 1.500 tra anziani con patologie neurodegenerative o persone anziane e disabili con disturbo del neurosviluppo. Qualcuno osa dire che le Rsa, come le Rsd o le Ra, siano luoghi dove si segrega la gente e propone come via quasi esclusiva l’assistenza domiciliare. Sono convinto che in questo caso l’ideologia sia più forte della realtà; ma che io o altri come me lo dicano, non è sufficiente. In contraddittorio verbale non basta! Dobbiamo dimostrare, anche scientificamente, che non è così e che se per qualcuno l’assistenza domiciliare è possibile, per altri – e quelli che accogliamo noi sono tali – la soluzione più adeguata e possibile non può che essere la struttura. Conseguenza è la massima attenzione al progetto di vita delle persone che accogliamo, non soffocati da corrette procedure, unica attenzione di coloro che vigilano sul nostro operato, ma da adeguate proposte di vita che rispondano agli effettivi bisogni degli ospiti. Se dovesse passare, come mi auguro non accada, che le Rsa debbano essere chiuse, noi non potremmo dire: noi siamo il Cottolengo e per questo lasciateci stare. D’altro canto, solo una dimostrata competenza assistenziale ed educativa, capace di rispondere ad una qualità di vita possibile dei nostri ospiti è l’unica risposta che può competere in materia una soluzione diversa alla chiusura».
Nel corso del pomeriggio sono poi intervenuti Serafino Corti, Direttore del dipartimento delle disabilità della Fondazione Istituto ospedaliero Di Sospiro onlus (video); Marco Piccolo, Presidente di Confidustria Piemonte per la Responsabilità sociale d’impresa; ed Ercolino Ranieri, Presidente e Amministratore delegato di Xenia Spa, società benefit.
Di seguito le immagini della prima sessione a cura di Andrea Pellegrini – Ufficio Stampa Piccola Casa:
Sabato 26 giugno alle 9 ha aperto la seconda giornata la Lectio Divina della biblista Laura Verrani su «Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro» (Gen 2,2) a cui sono seguiti i lavori di gruppo, suddivisi in 18 tavoli sia in presenza che in collegamento con Zoom, al mattino e al pomeriggio.
Di seguito le immagini della seconda sessione dell’Assemblea – Ufficio Stampa Piccola Casa:
Domenica 27 giugno, dopo la Celebrazione eucaristica alle 8 nella Chiesa Grande del Cottolengo di Torino, sono state riassunte le proposizioni emerse dai lavori di gruppo di sabato per la discussione in Assemblea. Alla fine della mattinata Padre Carmine Arice, la superiora generale delle suore del Cottolengo Elda Pezzuto e il superiore generale dei fratelli cottolenghini Giuseppe Visconti hanno presentato le conclusioni e le linee operative per il cammino della Famiglia Carismatica Cottolenghina nel prossimo anno pastorale 2021-2022.
Di seguito le immagini dell’ultima sessione dell’Assemblea – Ufficio Stampa Piccola Casa:
Il programma dettagliato
Venerdì 25 giugno
- Ore 15.00 Invocazione allo Spirito Santo – “Sinodalità: dall’idea alla realtà” – Meditazione di S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio
- Ore 15.15 La III Assemblea della Famiglia Carismatica Cottolenghina. “Il lavoro nella Piccola Casa: dall’idea alla realtà” – Padre Carmine Arice
- Ore 15.45 “Risorse umane al servizio di un unico ideale” (Video) – Serafino Corti, Direttore del Dipartimento delle Disabilità della Fondazione Istituto Ospedaliero Di Sospiro Onlus
- Ore 16.15 Intervallo
- Ore 17.15 “Senso e valore del lavoro e dell’impresa per il bene comune” – Marco Piccolo, imprenditore, Presidente di Confindustria Piemonte per la Responsabilità Sociale d’impresa
- Ore 18.15 “Welfare generativo: un’esperienza innovativa” – Ercolino Ranieri, Presidente e Amministratore Delegato di Xenia S.p.A., Società Benefit
- Ore 19.00 Apericena con proiezione del filmato “Lezioni di vita” realizzato dai giovani volontari della Piccola Casa
Sabato 26 giugno
- Ore 09:00 “Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro” (Gen 2,2) (Video) – Lectio Divina proposta da Laura Verrani, biblista
- Ore 09:30 Lavori di gruppo
- Ore 12:30 Pranzo
- Ore 14:30 Lavori di gruppo – Sintesi delle proposizioni
- Ore 18:30 Fine dei lavori
Domenica 27 giugno
- Ore 08:00 Celebrazione eucaristica nella Chiesa dei Santi Vincenzo De’ Paoli e Antonio Abate, Piccola Casa
- Ore 09:30 Presentazione delle proposizioni delle Direzioni di Settore e dialogo in Assemblea
- Ore 11:00 Intervallo
- Ore 11:30 Conclusioni e linee operative – Padre Carmine Arice, Madre Elda Pezzuto, Fratel Giuseppe Visconti
- Ore 12.30 Pranzo