Domenica 6 giugno durante i Vespri per la Solennità del Corpus Domini
ll Padre generale della Piccola Casa, don Carmine Arice, domenica 6 giugno al Cottolengo di Torino nella preghiera per i Vespri della Solennità del Corpus Domini ha annunciato il tema pastorale dell’anno 2021-2022 per tutta la Piccola Casa della Divina Provvidenza: “Il lavoro nella Piccola Casa: dall’idea alla realtà”.
Di seguito pubblichiamo il testo della preghiera pronunciata da Padre Arice.
Signore Gesù,
proprio nella notte in cui venivi tradito hai fatto dono alla Chiesa dell’Eucarestia, sacramento della Tua presenza reale, farmaco di immortalità,e cibo per la nostra salvezza.
Noi ti adoriamo, ti lodiamo, ti benediciamo e ti rendiamo grazie, perché il Tuo amore è più grande di ogni forma di odio, la Tua misericordia è più forte di ogni offesa, il Tuo perdono è medicina che guarisce il nostro peccato. Signore Gesù, la realtà ci dice che abbiamo bisogno di questo Pane che dà la vita più ancora dell’aria che respiriamo, e del cibo che nutre il nostro corpo.
L’umanità è ferita non solo dalla pandemia che ha segnato – e in alcune parti della terra continua a segnare ancora – la salute di molti; non solo perché c’è chi muore per fame e chi si ammala perché mangia troppo; l’umanità è ferita non solo perché si trovano soldi per comprare armi ma non ce n’è abbastanza per curare i poveri e sfamare tutti; l’umanità è ferita non solo perché non si riconosce l’incondizionata dignità di ogni persona e talvolta la sua miopia continua a distinguere chi è degno di vivere e chi può essere lasciato morire, chi onora l’umanità con il colore della sua pelle e chi può essere mortificato fino al suicidio, chi può continuare a vivere in terre dove trova ogni benessere e chi può essere lasciato morire nelle acque di un cimitero grande come il mar Mediterraneo; l’umanità è ferita non solo perché c’è chi può approfittare del suo potere per abusare di chi è più fragile, e gli fa dimenticare che solo nel bene comune può trovare anche quello personale; l’umanità è ferita non solo perché talvolta la prepotenza di alcuni minaccia, senza scrupoli, la serenità di onesti cittadini e oneste istituzioni in complotti mafiosi di ogni genere e ad ogni livello.
Signore Gesù l’umanità è ferita perché pensa di potersi salvare da sola, perché non di rado pensa di non aver più bisogno di Dio, e a volte, anche quando dice di credere in Te, il suo cuore è lontano da Te; Signore Gesù l’umanità è ferita perché spesso il senso delle sue giornate finisce con il tramonto del sole, e lo sguardo sulla creazione e sull’umanità, anche quando riconosce in Te la sorgente, spesso cede il passo ad altri interessi, dimenticandosi che nudi siamo usciti dal ventre di nostra madre e nudi ritorneremo nel ventre della terra.
Signore Gesù, sacramento di carità che, se lo vogliamo, abbiamo la grazia di ricevere ogni giorno, aiutaci a non dimenticare che solo l’Amore rimane, quell’amore che ci hai rivelato non con la prepotenza di chi costringe, ma con la persuasione di chi convince, e lo hai fatto facendoti prima fragile bambino, poi fragile pane, poi fragile nulla su quel legno della croce che per Te è stato talamo, trono ed altare.
In questo anno pastorale, così singolare per il modo con cui le circostanze ce lo hanno fatto vivere, ma sempre tempo di grazia, la Piccola Casa ha fatto memoria di un dono inestimabile che dà senso a tutto il suo agire: essere parteci dell’opera creatrice di Dio mediante il lavoro, quello umile e nascosto e quello più noto ed evidente, quello che si svolge attraverso le opere delle nostre mani e quello che si realizza nel dono di sé quando l’età, la salute e le circostanze ci portano sul talamo, trono ed altare che hai benedetto con la Tua presenza e dal quale sgorga una fecondità che è dono dello Spirito per la salvezza del mondo; in questo anno abbiamo fatto memoria di quanto è prezioso il lavoro apostolico di religiosi e laici, che danno gloria a Dio mettendosi a servizio delle persone più fragili, e abbiamo anche ringraziato per il lavoro di chi serve i poveri in ginocchio nella vita nascosta di un monastero o nel silenzio delle case abitate da chi vive nella pace le limitazioni di movimento; in questo anno abbiamo fatto memoria del dono grande che può essere ogni risorsa umana quando è animata nel suo lavoro da uno sguardo di verità e di responsabilità.
La possibilità di partecipare all’Opera creatrice di Dio, Padre Tuo e Padre nostro, è così grande che sentiamo il bisogno di contemplare ancora questo disegno d’amore e di salvezza; per questo desideriamo continuare a riflettere e cercare insieme come rendere concreto, nella quotidianità delle situazioni, nelle relazioni interpersonali, nelle dinamiche così belle ma anche complesse della vita cottolenghina delle nostre opere, la nostra collaborazione all’opera creatrice di Dio mediante il lavoro.
Il tema di quest’anno pastorale che oggi iniziamo: “Il lavoro nella Piccola Casa: dall’idea alla realtà”, ci aiuti a rendere sempre più concreto il nostro impegno nel vivere gli uni per gli altri, nella stima reciproca tra tutti, nella carità vicendevole di tutte le diverse appartenenze alla Piccola Casa; lo Spirito Santo illumini le scelte di ogni giorno, perché tutto concorra concretamente a realizzare quel disegno di bene che tu hai pensato quando hai ispirato nella Chiesa di Torino a Te dedicata, il Corpus Domini, il tuo servo e nostro padre Giuseppe Cottolengo a fondare la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Non ti chiediamo, o Signore, di essere potenti secondo il mondo e nemmeno che i nostri sforzi siano noti per essere apprezzati da qualcuno; a Te Signore benedetto presente in questo santo sacramento, chiediamo la grazia di essere fecondi, generosi e partecipi di quel disegno di amore che vuole donare a tutta l’umanità pace e salvezza, gioia e benedizione, vita e salute; con fede ti chiediamo di essere in ogni parte del mondo in cui ci hai posti, un segno credibile della Tua carità per l’uomo del nostro tempo, bambino e giovane, malato o anziano che sia, e dire con i fatti più che con le parole la dignità di ogni esistenza umana fino al suo ultimo respiro naturale, e quando è necessario, abitare con loro una Casa e vivere come una famiglia.
Signore Gesù anche la Piccola Casa ha bisogno di essere sfamata da Te, ha bisogno di cercare ogni giorno il Pane per la vita eterna, e rifiutare ogni altro pane per quanto ci appaia gradevole; anche noi membri della Famiglia Carismatica Cottolenghina abbiamo bisogno di Te per vivere come Te, abbiamo bisogno ogni giorno di convertirci all’amore vero, perché solo l’amore rimane, fa vivere e testimonia la certezzache siamo figli di un buon Padre che pensa a noi più di quanto noi pensiamo a Lui.
A Te o Signore presente nella Santissima Eucarestia, eleviamo con tutto il cuore l’adorazione, la lode e la benedizione nei secoli dei secoli. Amen.
Padre Carmine Arice