Nella ricorrenza del 30 aprile 2021
Eccellenza Reverendissima,
per la Piccola Casa è sempre una grande gioia accogliere il Pastore della Diocesi a cui apparteneva il nostro Fondatore, san Giuseppe Cottolengo. Si unisce al mio saluto l’intera Famiglia Carismatica Cottolenghina sparsa in quattro Continenti e che oggi è collegata con noi mediante la diretta streaming. Anche a loro, in particolare alle comunità dell’India così provate in questo tempo, estendo di cuore il mio affettuoso saluto unito a quello di Madre Elda, di fratel Giuseppe e di tutta la Casa Madre.
Quest’anno, pur nella difficoltà del momento, abbiamo vissuto una novena in preparazione alla festa del nostro Santo particolare: usando i mezzi di comunicazione che le necessità ci hanno fatto scoprire come preziosi, le riflessioni ci sono state offerte da membri della Famiglia Cottolenghina sparsi nel mondo, approfondendo i diversi aspetti della nostra spiritualità e del carisma cottolenghina. Anche questo è stato un grande aiuto per comprendere la sfida profetica che l’amato papa Francesco ha rivolto a tutta l’umanità: quella di sentirci ed essere Fratelli Tutti, figli dello stesso Padre, le cui sorti sono legate ben più di quello che a volte pensiamo che siano.
Cara Eccellenza, ritengo che le circostanze storiche che stiamo vivendo a causa di questa crisi pandemica siano per tutta l’umanità l’occasione di un corso di esercizi spirituali planetario perché ci richiamano all’essenziale. Questo tempo ci parla del valore della vita come della certezza della morte; della realtà della sofferenza e la domanda di senso che sempre essa porta con sé come della presenza del male e del peccato; della potenza distruttiva dell’egoismo e delle atroci conseguenze dell’indifferenza.
Ma questo tempo ci parla anche della forza della carità e del il valore della fraternità; questo tempo ci sta dicendo che siamo tutti responsabili gli uni degli altri; questo tempo ci parla dell’amore di Dio testimoniato da quanti, anche in questa Casa, senza risparmio e a volte anche mettendo in pericolo la propria vita, si fanno prossimi dei più fragili sia nel ministero della consolazione che in quello della carità.
Tutto questo non genera in noi ottimismo ma speranza, speranza certa che la vita vince la morte, la grazia il peccato, l’amore la solitudine. È la Pasqua del Signore.
E ora un pensiero particolare rivolto a Lei, nostro carissimo Arcivescovo. Fin dagli inizi del suo ministero sulla cattedra di san Massimo, lei ha firmato ogni lettera, pastorale e non, accompagnando il suo nome con tre sostantivi che la definiscono: vescovo, padre, amico! Ebbene, la Piccola Casa può dire con sincerità che queste non sono solo parole. Le occasioni concrete nelle quali Lei ha dimostrato di essere Vescovo, Padre e Amico della Piccola Casa sono molte; l’affetto e la stima della Sua persona verso la Famiglia Cottolenghina non si è mai limitata ad un generico incoraggiamento o ad una pacca sulla spalla ma è stata ed è una concreta partecipazione alla nostra vita, sostenendola, condividendola e a volte anche partecipando al discernimento di questioni importanti.
Tutto questo ha generato in noi un senso di comunione profonda con Lei e di partecipazione al suo ministero. Come dire: all’amore si risponde con l’amore, alla stima con la stima, all’impegno con l’impegno.
Tra le tante esperienze che potrei raccontare a proposito ne ricordo solo una: la sua concreta vicinanza e il suo aiuto per l’erigendo Cottolengo Hospice che la Piccola Casa sta avviando a Chieri con un progetto voluto e condiviso con lei fin dagli inizi. Se nel 2017 la Sua parola si è elevata forte a sostegno della Piccola Casa che aveva denunciato il pericolo di una cultura mortifera che il nostro Paese rischia di percorrere con drammatiche conseguenze per la dignità della vita umana in estrema fragilità, oggi questo sostegno è diventato ulteriormente concreto anche contribuendo al nostro progetto di una Casa per la Vita e persino facendosi operatore di Fund raisng verso terzi.
Grazie Eccellenza per l’affetto che ha verso la Piccola Casa, grazie per la passione con cui annuncia il Vangelo ai poveri mettendo a loro disposizione la sua stessa casa; grazie perché non ha timore di alzare il telefono e chiamarci chiedendo di partecipare fattivamente al suo ministero di carità così come ci è possibile; grazie perché quel telefono a volte squilla anche semplicemente per sapere come stiamo e come stanno andando le cose.
Eccellenza Carissima, il Signore continui a benedire il Suo ministero, e Lei benedica noi. Stia certo sia del nostro affetto che del nostro impegno ad essere con Lei testimoni della carità di Cristo che tutto dona e nulla toglie; stia certo della preghiera delle nostre sorelle di vita contemplativa, delle sorelle ammalate e dei nostri ospiti. La Piccola Casa è grata al Suo Vescovo per questo le diciamo grazie, augurando di cuore anche a Lei buona festa. Deo gratias!
Padre Carmine Arice