Preghiera di ringraziamento, 31 dicembre 2020
Pubblichiamo la preghiera di ringraziamento per la fine dell’anno 2020 che il padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza, don Carmine Arice, ha pronunciato nel pomeriggio di giovedì 31 dicembre 2020 nella Chiesa Grande del Cottolengo di Torino.
“Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo”. Facciamo nostro, Signore Gesù, l’atto di adorazione che ti rivolgeva san Francesco ogni volta che entrava in una Chiesa e ti trovava presente nella Santissima Eucarestia; nel saluto del serafico di Assisi si fa memoria del dono straordinario che abbiamo ricevuto dalla tua misericordia: la redenzione del mondo, del creato e dell’umanità che in esso vi abita, quell’umanità che quest’anno ha sperimentato tutta la sua precarietà e la sua debolezza.
In questo tempo segnato dalla crisi pandemica, un grido di dolore è salito fino al cuore di Dio, Padre tuo e Padre nostro, ed è diventato più forte perché la paura, l’incertezza e la sofferenza ha colpito piccoli e grandi, poveri e ricchi, peccatori e giusti di ogni parte del mondo
Ma quante creature, non solo quest’anno, sperimentano la miseria, la guerra, l’esclusione dagli interessi dei potenti, la malattia non curata perché indigenti, lo sfruttamento e la violenza! Se le vittime della pandemia in atto supera il milione – per lo più anch’esse persone molto fragili perché anziani e molto malate – quelle della fame, della guerra, della violenza e dell’indifferenza sono decine se non centinaia di milioni.
Se 690 milioni di abitanti del pianeta anche quest’anno hanno sofferto la fame, sono 4.380.000 i morti per mancanza di cibo o mala nutrizione: 12.000 persone al giorno! Una strage che si ripete e che fa persino gioire qualcuno che pensa alla sovra popolazione del pianeta! E quanti sono i morti delle 69 guerre in atto solo il cuore di Dio lo sa; solo il tuo angelo può accompagnare la sofferenza dei 59 milioni di bambini che scappano per guerra e fame da 64 paesi nel mondo.
Anche questi sono fratelli nostri e tuoi, Signore Gesù, non sono numeri, sono storie ma che purtroppo non fanno così notizia perché riguarda qualcosa che non ci tocca da vicino, non sono persone importanti né per la finanza, nè per l’economia mondiale.
Ma al tuo cuore, Signore, nessun dolore è indifferente e forse, rendendo preziosa ogni lacrima dell’umanità, li unisci a te rendendoli partecipi della tua opera di Salvatore del mondo. O Divin redentore, “nato da donna, nato sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge”, Ti diciamo grazie per il vaccino arrivato in tempi rapidissimi, e che permetterà di salvare la vita di tanti di noi da questa pandemia, ma ti preghiamo: facci prendere coscienza che l’umanità ha bisogno anche di un altro vaccino, ancora più potente: quello della coscienza, il vaccino della consapevolezza, della fraternità, della consolazione, della solidarietà, un vaccino che curi radicalmente il nostro egoismo e che educhi il nostro cuore ad essere veramente uomini degni dell’immagine divina che portiamo in noi.
E quel vaccino, Signore Gesù, ha un solo nome, è il Tuo, e ha una sola carta fondamentale, il Vangelo; quel vaccino ha una sola legge, quell’amore, che liberamente possiamo accogliere e donare.
“Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo”.
La Piccola Casa ti adora e ti benedice perché anche quest’anno, lo sguardo di Dio Buono e Provvidente, ha continuato a guardarla con amore di Padre.
Signore Gesù Cristo, Tu hai già salvato il mondo, e ogni gesto di bene, ogni parola di consolazione, ogni atto di amore libero e responsabile, ogni conversione dal peccato, ogni preghiera sincera è frutto della tua grazia e dono della tua redenzione.
Frutto della tua redenzione è la Piccola Casa e in essa la vita donata delle religiose e dei religiosi; manifestazione della tua misericordia è la partecipazione di tanti operatori all’opera creatrice di Dio mediante il lavoro e la cura dei più fragili che non di rado, in questo anno che si conclude, è stata esemplare per la generosa dedizione; frutto dello Spirito è la preghiera continua delle sorelle di vita contemplativa e di ogni membro della famiglia cottolenghina che riconosce in Te la fonte di ogni dono; rivelazione della Tua potenza è la grazia che ha sostenuto l’offerta della sofferenza e persino della vita di sorelle delle infermerie, così come la pazienza e la fatica di ammalati e di ospiti; è il Tuo buon volere che si è manifestato nella vicinanza e nell’affetto di tanti volontari, amici e benefattori e di quanti condividono come laici, amici, aggregati la nostra divina avventura sulle orme di san Giuseppe Cottolengo, nostro Fondatore.
Signore Gesù, presente qui e in tutte le Chiese che sono nel mondo, apri il nostro cuore ad una rinnovata fiducia, perché possiamo ancora sperimentare che “a chi straordinariamente confida, il Signore straordinariamente provvede” e se i sentieri per i quali dobbiamo camminare ci sembrano irti e pieni di difficoltà, la certezza che “Tu fai cose stupende, sei l’Altissimo, sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, sei sicurezza, sei la pace e nostra speranza e tutta la nostra dolcezza”, come cantava san Francesco ormai cieco, sorregga i nostri passi.
Il miracolo della carità è possibile anche per noi, povere creature, se ti amiamo sopra ogni cosa e amiamo i fratelli nel tuo nome: ce lo ha dimostrato una degna figlia della Piccola Casa che abbiamo la gioia di chiamare venerabile, la Serva di Dio suor Maria Carola Cecchin. Ti ringraziamo per questo dono, il più bello di questo anno che stiamo terminando, che ci indica la vocazione cottolenghina come via di santità.
A Te, Signore e Redentore chiediamo la grazia di continuare a essere un segno del tuo amore, non ci interessa se piccolo, purché sia significativo. In questo anno non sono mancate risposte alla Tua chiamata di fratelli e sorelle che hanno detto definitivamente il loro sì alla Tua sequela: la gioia di vedere don Antonio, sacerdote cottolenghino, chiamato ad essere successore degli Apostoli, ci ha colmato il cuore di gioia; la generosità di chi ha dichiarato di volerti seguire nella Vita Consacrata anche con il sacrificio, come le tre sorelle di vita apostolica e le due di vita contemplativa come il novello diacono che da poco hai ordinato servo dei poveri, sono doni della Tua bontà.
Con loro ti rendiamo grazie per tanti laici che, nel segreto del loro cuore o pubblicamente, hanno riconosciuto come un segno di predilezione l’essere chiamati a far parte di questa grande famiglia carismatica. E anche la Provvidenza materiale in questo anno ha continuato a benedire la Piccola Casa con la generosità di benefattori che credono nella nostra missione e la sostengono.
Ma chi può conoscere tutti i doni da Te elargiti e i frutti della grazia divina in tanti cuori, i propositi di conversione, e la vita nuova sgorgata dall’ascolto della Tua Parola e dalla Grazia sacramentale.
Ai tuoi piedi, Signore Gesù, portiamo anche la comunione e l’unità vissuta in questo anno e che ha visto nell’approvazione definitiva dei testi comuni ai tre istituti di Vita Consacrata, la benedizione della Chiesa, confermando una vocazione plurale e condivisa dei figli e figlie della Piccola Casa.
E ora, a conclusione di questo canto di riconoscenza alla Tua misericordia una preghiera: mai come quest’anno abbiamo sentito il bisogno di celebrare il Natale e di sapere che il Signore è con noi. Sono le tenebre che hanno bisogno della luce, è il peccato che ha bisogno della grazia, i malati che hanno bisogno del medico. Per questo ti chiediamo di mantenere viva in noi la memoria di questo 2020 perché non sia una parentesi esistenziale da dimenticare ma un appello a vivere la vita in pienezza, fondati sulla roccia della tua Parola.
A Maria, la tenerissima Madre di Dio che solennemente onoriamo nel primo giorno dell’anno, chiediamo di intercedere per noi il dono della fede, perché l’anno che andiamo a iniziare sia benedetto dalla Tua presenza che salva.
“A Te Signore, Iddio unico, che fai cose stupende, che sei forte, l’Altissimo, l’onnipotente, gaudio e letizia, a Te che sei la nostra speranza e la nostra fede, la nostra carità e la nostra dolcezza, a Te che sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore” (Francesco d’Assisi, Lodi al Dio Altissimo), la lode e la gloria nei secoli. Amen!
padre Carmine Arice