Nella festa di Tutti i Santi la celebrazione presieduta da padre Arice
Domenica 1° novembre 2020, nella Solennità di Tutti i Santi, il seminarista cottolenghino Alessandro Koch ha emesso la Promessa perpetua di obbedienza durante la Celebrazione eucaristica presieduta alle ore 15 da Padre Carmine Arice nella chiesa Grande della Piccola Casa di Torino.
Con la promessa perpetua Alessandro, che si prepara all’ordinazione diaconale e poi sacerdotale, è entrato a far parte della Società dei sacerdoti del Cottolengo che “da oggi”, come ha evidenziato padre Carmine nell’omelia, “diventa per sempre la tua famiglia spirituale”.
Alessandro, 47 anni, torinese, entrò nel Seminario cottolenghino di Torino a 39 anni anche se il legame con il Cottolengo risale già agli anni delle scuole medie quando con la sua classe si recò in visita alla Piccola Casa rimanendo profondamente colpito dall’accoglienza verso le persone più fragili, spesso scartate dalla società. Nel 1994 iniziò a prestare servizio come volontario nelle diverse famiglie della Piccola Casa. Laureatosi in Economia e commercio si dedicò alla carriera lavorativa proseguendo il volontariato al Cottolengo, fino a quando decise di licenziarsi ed entrare in Seminario.
“Avevo un bel lavoro”, racconta Alessandro, “ero uno sportivo, ma sentivo che alla mia vita mancava qualcosa, ecco che allora ho scoperto la chiamata del Signore che a volte fa sorprese inaspettate e ho scelto di dire il mio ‘Sì”. Fondamentale è stato il ruolo dei tanti ospiti, fratelli, suore e sacerdoti che ho incontrato nei tanti anni in cui ho prestato servizio alla Piccola Casa”.
Dopo gli studi in Teologia Alessandro ha svolto un anno di servizio pastorale dapprima presso le missioni cottolenghine dell’Ecuador e poi presso la Piccola Casa di Firenze.
“Tutti coloro che entrano a far parte di questa Casa per condividere l’esperienza spirituale ed evangelica del Cottolengo”, ha detto il padre generale, “vi accedono anzitutto per camminare nelle vie della santità. ‘Dobbiamo essere non solo buoni cristiani, ma santi; per questo gran fine ha Iddio aperto la Piccola Casa – ripeteva il Cottolengo – a questo scopo opera Egli ad ogni istante meraviglie e miracoli” (D. P. 291), e concludeva: “Vi voglio tutti in Paradiso, e voglio che neppure uno della Piccola Casa ne sia escluso‘ (D. P. 175). E’ in questo orizzonte, autenticamente evangelico, che trova senso l’atto che compi oggi, caro Alessandro, dichiarando di voler far parte della Famiglia Carismatica Cottolenghina come sacerdote, impegnato a ‘custodire e nel morale, e nell’economia l’intiera Piccola Casa senza principio né del menomo interesse, né di voglia di comparire…’ come indicato dal nostro Santo (C, II, p. 188), impegnati generosamente sia nell’azione pastorale che nella gestione dell’Opera”.