Carissimi, offro con piacere la mia testimonianza dopo 44 anni di servizio alla Piccola Casa, dove feci il mio ingresso nel lontano primo ottobre 1976.
Avendo bisogno di avere la residenza in Torino per poter andare a lavorare in Fiat, fui ospitato in foresteria con l’ aiuto di un mio fratello religioso Cottolenghino.
Passarono alcuni mesi nei quali prestai servizio da volontario in un’ infermeria dove erano accolte persone anziane.
All’ epoca, superiore di mio fratello era il compianto Fratel Domenico Carena, il quale mi suggerì di fare una domanda di assunzione. Accolsi molto volentieri la proposta, anche perché in quei mesi mi ero già appassionato al servizio al prossimo.
Era il primo aprile del 1977 quando venni assunto. Fui felicissimo di questo nuovo servizioe ciò che mi rendeva più felice era la gioia che condividevano i religiosi che lavoravano con me. Fui il primo dipendente “laico” di quel reparto, poiché, prima di allora, ad assistere gli ospiti c’erano solo religiosi.
Fu così che lavorai per ben 33 anni presso la famiglia Addolorata, reparto Padre Anglesio .
Il lavoro era tantissimo e pesante ma l’affetto che mi univa agli ammalati e ai religiosi ha sempre fatto si che non mi pesasse tanto.
Nel frattempo la Piccola Casa cambiava giorno per giorno. Scomparivano i lunghi reparti e nascevano luoghi più moderni, sempre comunque accoglienti, anche se in modo diverso. Nei miei lunghi anni di lavoro, ho sempre visto una gru da qualche parte.
Arrivarono anche gli anni degli aggiornamenti professionali. Frequentai dunque diversi corsi organizzati in scuola infermieri: i più importanti quelli per OTA prima, per OSS poi. A maggio 2009 il padiglione Addolorata viene chiuso e così fummo trasferiti altrove.
Io fui trasferito nel padiglione Annunziata Nucleo Consolata, dove venivano ospitati religiosi. All’ Annunziata lavorai ancora per undici anni, fino al primo giugno di quest’ anno, quando per me è arrivata la meritata pensione.
Comunque la Piccola Casa è stata per me una seconda casa, dove mi son sentito sempre in famiglia e ho sempre ricevuto tanto affetto che ho cercato di contraccambiare e pertanto sarà sempre un luogo che porterò nel mio cuore con tanto affetto. Non mi resta che dire Deo Gratias e farvi un grosso abbraccio.
Vittorio Battista