Tutta la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino sabato 25 maggio si è radunata in festa per la dedicazione della chiesa annessa al Padiglione Frassati al beato Pier Giorgio.
Numerosi ospiti, religiosi e laici hanno gremito la cappella in ogni posto per la Messa presieduta dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia con il padre generale del Cottolengo don Carmine Arice, don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile diocesana, e numerosi sacerdoti.
Erano, inoltre, presenti alcuni membri delle famiglie Frassati e Gawronski, una nutrita rappresentanza dell’Azione Cattolica di Torino e della «Compagnia dei Tipi loschi del beato Pier Giorgio Frassati».
Durante la processione d’ingresso un giovane ha portato la picozza personale che Pier Giorgio utilizzava per le camminate in montagna e un ospite una reliquia del beato. È stato poi svelato il quadro raffigurante «l’uomo delle otto beatitudini», come lo aveva definito Papa Giovanni Paolo II.
«La motivazione fondamentale della dedicazione della chiesa», ha sottolineato padre Arice, «sta principalmente nel momento storico che la famiglia cottolenghina sta vivendo: è noto, infatti, come l’Opera Cottolenghina che un tempo era sostenuta soprattutto dal servizio di religiosi e religiose, oggi può esercitare il suo ministero di carità a servizio dei più poveri anche grazie alla presenza di numerosi operatori laici che, solo in Italia, si contano già in diverse migliaia. La loro presenza è un dono prezioso e li sentiamo sempre più corresponsabili della nostra missione oltre che collaboratori competenti nel servizio ai poveri. Siamo convinti che la figura del beato Pier Giorgio, cristiano ma non bigotto, testimone della fede e della carità, amico dei poveri e della Piccola Casa, possa essere un modello pertinente e imitabile perché ha testimoniato che essere laici cristiani significa vivere in pienezza il Vangelo della carità per le strade del mondo e in ogni circostanza».
«Due santi insieme, san Giuseppe Benedetto Cottolengo e il beato Frassati, fanno esplodere l’amore di Cristo», ha detto l’Arcivescovo mons. Nosiglia nell’omelia, «Papa Francesco nell’Esortazione post sinodale Christus Vivit ha indicato alla gioventù proprio il beato Frassati come modello di giovane che ha vissuto le beatitudini che sono l’identikit di Gesù stesso. Questo momento di festa per la Chiesa di Torino può essere occasione per scuotere la Pastorale giovanile in modo da stimolare i ragazzi a guardare al Frassati come esempio di servizio autentico verso i poveri che amava»
Al termine della celebrazione è stata letta una preghiera di intercessione al beato Frassati scritta per l’occasione da padre Arice.
Mons. Nosiglia, padre Arice e alcuni testimoni hanno poi firmato i registri che attestano l’avvenuta dedicazione della chiesa al beato torinese.